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martedì 23 luglio 2013

Soffrire in amore (2/4) - Dalle stelle.... alle liti

a cura di Micaela Crisma, Psicoterapeuta ACCSE
micaela_crisma@yahoo.it


Ognuno di noi in qualche modo ripete col partner degli schemi di relazione che ha appreso da bambino con i propri genitori. Questi schemi ci sono così familiari che nemmeno ci rendiamo conto di possederli, salvo notare, ogni tanto, casualmente, che il partner assomiglia un po' a un genitore (madre o padre, il genere è indifferente in questo caso). Quando da adulti scegliamo un partner, cerchiamo in questa relazione la soddisfazione dei nostri bisogni affettivi. Dopo la fase iniziale di innamoramento in cui, letteralmente, “l'amore è cieco”, iniziano i primi normali dissapori. Chi ha avuto delle solide esperienze di attaccamento sicuro non si lascerà abbattere e le affronterà per quel che sono, piccoli ostacoli da superare per rafforzare il rapporto. Chi però ha avuto esperienze di cura ambivalenti, trascuranti o caratterizzate da incoerenza risponderà in modo molto diverso. Si sentirà punto sul vivo e reagirà mettendo in atto una reazione tipica, quella che per anni gli/le ha permesso di sopravvivere nella famiglia d'origine. Una piccola separazione diventa un abbandono e si reagisce come se quest'ultimo fosse la realtà. Un'incomprensione viene interpretata come un inganno, un tradimento o una dimostrazione che quello che la coppia sta vivendo non è vero amore. Il partner, a sua volta, porta con sé i propri schemi e reagirà al comportamento più o meno appropriato (accuse di tradimento, abbandono, rimostranze, ecc.) seguendo la propria dinamica affettiva tipica.

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