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sabato 18 gennaio 2014

Come Michelangelo, dal modello alla vita

di Antonella Deponte (dr.deponte@gmail.com)


Qualche tempo fa, una giovane studiosa dall'animo gentile mi scrisse per chiedere il mio parere sull'influenza che le esperienze vissute nel rapporto con i genitori possono avere nella vita di una persona. Le risposi così...


Cara A., se non sbaglio, mi chiedi quanto è importante la presenza dei genitori e i modelli che ci propongono, e quanto influenzano la nostra capacità di amare e le nostre relazioni da adulti. In linea di massima, tutta la psicologia dà molta importanza alle esperienze che passiamo nei primi anni della nostra vita, quindi nei primi rapporti sociali che sperimentiamo: quelli con le cosiddette "figure di riferimento", primariamente madre e padre. Relazioni "sane" e "positive" con i genitori sono alla base della nostra fiducia negli altri, della nostra capacità di prenderci cura di noi e - a nostra volta - di prenderci cura degli altri. Costituiscono modelli che poi useremo in qualche modo in tutte le relazioni: amicali, affettive, lavorative.
Dall'altra parte, relazioni genitori/figli fortemente disturbate possono contribuire a disagio sociale, a disadattamento in varie forme, anche a malattie psichiche importanti. 
Detto questo però, bisogna aggiungere altre cose che la psicologia - e l'esperienza quotidiana - ci dicono, ma che spesso passano un po' inosservate:
- pur essendo importanti, madre e padre non sono le uniche persone adulte con cui il bambino si relaziona, Spesso, lì dove la figura genitoriale è più debole (e ciascun genitore è "debole" su qualche cosa) facciamo riferimento ad altre persone che ci danno positività e sicurezza: altri familiari, fratelli maggiori, insegnanti, educatori, amici... insomma, siamo capaci di assorbire il "bene" ovunque sia, e nei nostri modelli mentali entra il contributo di tutte le persone che incontriamo.
- spesso, una storia familiare di rapporti difficili o di vera e propria inadeguatezza genitoriale può essere un punto di partenza per il giovane e l'adulto verso una elaborazione più consapevole e più lucida del proprio Sè, rispetto a chi, non dovendo elaborare traumi o risolvere problemi, talvolta si limita ad applicare per imitazione quello che ha vissuto. 
- se è vero che alcune relazioni sono più sane e altre meno sane o malate, la relazione perfetta e perfettamente sana NON esiste, possiamo parlare solo di modelli più o meno buoni. Anche perchè quello che potrebbe essere "perfetto" per me non lo è per te, quello che va bene per la mia prima figlia non va bene per il mio secondo figlio, e così via.
- infine, quello che interiorizziamo attraverso le nostre precoci esperienze familiari sono appunto "modelli". Hai presente il modello che gli artisti si mettono davanti agli occhi per ricavarne un quadro, una scultura, un'opera d'arte? Il modello è lo stesso, eppure il risultato potrebbe essere un capolavoro o una "crosta",  venir espresso con una visione realista, un fumetto, un'opera cubista o impressionista... insomma portare a risultati molto diversi dal modello originale.


Tutto questo per dirti che il modello sì, è importante, è importante il tipo di relazioni che abbiamo vissuto nella nostra famiglia, ma più importante è quello che decidiamo di fare noi, con quel modello. Michelangelo insegna che da un informe pezzo di pietra si può ricavare una Pietà sublime... 

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