Si fa un gran
parlare di genitorialità, in questo periodo, e la cronaca offre
molti spunti di discussione. Si sa, la vita precede e
supera la teoria, interpella e insiste finché non ha risposta e se
ne frega, se i modelli degli esperti non sono già pronti o le norme
morali non comprendono esattamente il caso.
Mettiamoci pure un
po' di manipolazione ad hoc, vuoi per vendere di più, vuoi per
condizionare i temi del dibattito pubblico, ed ecco il tema scottante
di chi deve decidere cosa fa o non fa un buon genitore, cos'è cosa
non è, quale livello di salute mentale è auspicabile per abbracciare la progenie.
Definire ciò che
rende una persona un buon genitore non è facile. Già il fatto di
chiederselo, aiuta a diventarlo. Cercare una risposta non
solipsistica nel confronto con gli altri, è un buon metodo per
lavorare alla propria capacità genitoriale. Mettersi di fronte ai
propri figli consapevoli che sono persone intere con la loro
individualità e la loro (futura) storia, è un passo avanti.
Considerare che i figli non sono “diritti” ma aprono una strada
piena di doveri e responsabilità e bellezze, è un altro passetto. Cercare di essere esempi credibili, un po' maldestri, sicuramente perfettibili, a volte persino lievemente patetici (siamo tutti un po' patetici, a volte), è un gran salto. Riuscire a mettere da parte, almeno parzialmente, almeno
temporaneamente, i propri desideri e le proprie necessità e le
proprie aspettative per far spazio all'inestricabilmente “altro”
che è ogni figlio... qui siamo quasi al piano della virtù.
Eppure è
una virtù necessaria. Accettare la sfida coinvolgente e
appassionante di accompagnare lo sviluppo degli uomini e delle donne
di domani non è un lavoro part-time, né full-time, né un lavoro.
Potremmo dire che è una missione, se non corressimo il rischio di
metterci addosso i panni del salvatore e di cadere in deliri di
quasi-onnipotenza (sì, perché la nostra influenza sui figli è
enorme, ma l'educazione è relazione, contempla in sè l'azione e
la reazione dell'altro).
Detto questo, è
sufficiente farsi un breve esame di coscienza per evitare giudizi affrettati e poco competenti sulle altrui capacità, e rimettersi a lavorare sulle proprie. Sperando e pregando che il seme cada sulla buona terra, e che non arrivino troppe tempeste.
Photo by D Sharon Pruitt |