di Antonella Deponte (dr.deponte@gmail.com)
Qualche tempo fa, una giovane studiosa dall'animo gentile mi scrisse per chiedere il mio parere sull'influenza che le esperienze vissute nel rapporto con i genitori possono avere nella vita di una persona. Le risposi così...
Qualche tempo fa, una giovane studiosa dall'animo gentile mi scrisse per chiedere il mio parere sull'influenza che le esperienze vissute nel rapporto con i genitori possono avere nella vita di una persona. Le risposi così...
Cara A., se non sbaglio, mi chiedi quanto è importante
la presenza dei genitori e i modelli che ci propongono, e quanto influenzano la
nostra capacità di amare e le nostre relazioni da adulti. In linea di massima,
tutta la psicologia dà molta importanza alle esperienze che passiamo nei primi
anni della nostra vita, quindi nei primi rapporti sociali che sperimentiamo:
quelli con le cosiddette "figure di riferimento", primariamente madre
e padre. Relazioni "sane" e "positive" con i genitori sono
alla base della nostra fiducia negli altri, della nostra capacità di prenderci
cura di noi e - a nostra volta - di prenderci cura degli altri. Costituiscono modelli che poi
useremo in qualche modo in tutte le relazioni: amicali, affettive, lavorative.
Dall'altra parte, relazioni genitori/figli fortemente
disturbate possono contribuire a disagio sociale, a disadattamento in varie
forme, anche a malattie psichiche importanti.
Detto questo però, bisogna aggiungere altre
cose che la psicologia - e l'esperienza quotidiana - ci dicono, ma che spesso passano
un po' inosservate:
- pur essendo importanti, madre e padre non
sono le uniche persone adulte con cui il bambino si relaziona, Spesso, lì dove
la figura genitoriale è più debole (e ciascun genitore è "debole" su
qualche cosa) facciamo riferimento ad altre persone che ci danno positività e
sicurezza: altri familiari, fratelli maggiori, insegnanti, educatori, amici...
insomma, siamo capaci di assorbire il "bene" ovunque sia, e nei
nostri modelli mentali entra il contributo di tutte le persone che incontriamo.
- spesso, una storia familiare di rapporti
difficili o di vera e propria inadeguatezza genitoriale può essere un punto di
partenza per il giovane e l'adulto verso una elaborazione più consapevole e più
lucida del proprio Sè, rispetto a chi, non dovendo elaborare traumi o risolvere
problemi, talvolta si limita ad applicare per imitazione quello che ha
vissuto.
- se è vero che alcune relazioni sono più sane
e altre meno sane o malate, la relazione perfetta e perfettamente sana NON
esiste, possiamo parlare solo di modelli più o meno buoni. Anche perchè quello
che potrebbe essere "perfetto" per me non lo è per te, quello che va
bene per la mia prima figlia non va bene per il mio secondo figlio, e così via.
- infine, quello che interiorizziamo
attraverso le nostre precoci esperienze familiari sono appunto
"modelli". Hai presente il modello che gli artisti si mettono davanti
agli occhi per ricavarne un quadro, una scultura, un'opera d'arte? Il modello è
lo stesso, eppure il risultato potrebbe essere un capolavoro o una
"crosta", venir espresso con una visione realista, un fumetto,
un'opera cubista o impressionista... insomma portare a risultati molto diversi
dal modello originale.
Tutto questo per dirti che il modello sì, è
importante, è importante il tipo di relazioni che abbiamo vissuto nella nostra
famiglia, ma più importante è quello che decidiamo di fare noi, con quel
modello. Michelangelo insegna che da un informe pezzo di pietra si può ricavare
una Pietà sublime...